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La Libertà di stampa c’è ma non c’è


In Italia la libertà di stampa è sancita addirittura nella Carta Costituzionale. Art 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Parole auree nascoste dietro i contratti inesistenti e le parcelle da 5 euro a pezzo. O in molti casi senza nessuna parcella. Questo non solo per gli editori squattrinati ma anche per le grandi case editrici. 


La stessa Commissione Europea da molti anni sta cercando di regolamentare la libertà. La proposta di regolamento per una legge europea sulla libertà dei media (EMFA) si basa sulla direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi. Pubblicato nel settembre 2022, l'EMFA propone una nuova serie di regole e meccanismi che promuovono il pluralismo e l'indipendenza dei media in tutta l'Unione europea. 


I quattro pilastri principali dell'EMFA sono: salvaguardare la fornitura indipendente di servizi di media nel mercato interno; rafforzare la cooperazione e la convergenza normativa; garantire un mercato ben funzionante per i servizi di media; garantire una allocazione trasparente ed equa delle risorse economiche. Durante lo sviluppo dell'European Media Freedom Act si sono svolti un invito a presentare prove e una consultazione pubblica aperta.


Diciamolo, la stampa una volta era il cane da guardia della democrazia, ora possiamo considerarla una bella pet therapy dei potentati economico-politici. Basti pensare a tutte le nuove professioni legate al giornalismo che molto spesso sanno più di comunicazione e marketing che non di giornalismo e libertà di stampa. E soprattutto quei pochi che ancora informazione rischiano di finire sotto l’accetta: taglio per esubero e costi eccessivi.


I giornalisti del New York Times hanno fatto il primo sciopero di massa degli ultimi 40 anni. Gli scioperanti hanno preso questa decisione perché sono insoddisfatti del protrarsi delle trattative tra il sindacato e la direzione dell'azienda, che vanno avanti dal marzo 2021, quando è scaduto l'ultimo contratto tra il Times e la New York Times Guild. Finora le parti non sono riuscite a trovare un accordo su diversi punti, come gli aumenti salariali, il lavoro a distanza e l'assistenza sanitaria. 


Beh, qualcuno dirà: si tratta di altro dalla libertà di stampa un rinnovo contrattuale, e invece no. Se non sai come fare ad arrivare a fine mese è difficile essere liberi di pensare e scrivere, perché prima viene il mutuo, la scuola di tuto figlio, la spesa, etc..


Venendo nel Regno Unito secondo il The Telegraph, la Gran Bretagna sta introducendo silenziosamente un sistema di censura molto più severo di quello proposto dall'UE o dagli USA. "La Gran Bretagna avrà uno dei regimi più draconiani del mondo libero", affermano.


Già perché l’attacco russo del 24 febbraio in Ucraina ha riportato tutto il mondo nel medio evo dell’informazione ma con strumenti digitali. Siamo all’era dei Guelfi e Ghibellini, i buoni e i cattivi, il bianco e il nero. La pluralità dell’informazione va bene fino a quando non rischia di minare l’ordine precostituito. 


L’esempio più eclatante viene dalle Repubbliche Baltiche. Il sei dicembre il Consiglio nazionale dei media digitali della Lettonia ha deciso di revocare la licenza di trasmissione del canale televisivo Dozhd, di Natal'ja Sindeeva, canale di opposizione russa. La tv non può più trasmettere dall’8 di dicembre per un errore commesso da uno dei giornalisti di punta dell’emittente dell’opposizione russa in esilio in Lettonia. 


Alexey Korostelev in diretta televisiva, il 1 dicembre, aveva fatto una dichiarazione in cui sembrava che la tv che trasmette da Riga aiutasse i militati mobilitati russi al fronte, quando invece presentava solo i problemi afferenti alla mobilitazione. Dopo questa dichiarazione a peggiorare la situazione la scelta del capo redattore dell’emittente tv che ha licenziato il redattore il due dicembre. E a seguire sono arrivate le dimissioni di Margarita Lyutova e Vladimir Romensky in segno di solidarietà con il collega. E mentre la tragedia si consumava in casa dell’emittente “Pioggia” “Rain” “Dozhd” il governo Lituano e poi quello lettone hanno colto la palla al balzo per poter chiudere l’emittente tv. 


Il sei dicembre Natal'ja Sindeeva, l'amministratore delegato della rete televisiva russa in esilio Rain, ha chiesto al conduttore recentemente licenziato Alexey Korostelev di rientrare nella società di media. Sindeeva si è scusata con Korostelev e ha detto che era "vergognoso" licenziarlo per "un errore”. Il dirigente ha anche invitato i padroni di casa Margarita Lyutova e Vladimir Romensky, entrambi dimessisi in solidarietà con Korostelev, a “tornare a Rain”. 


Ma tutto questo non è bastato, la licenza di “Pioggia” o “Dozhd” in Lettonia è stata revocata. La decisione è stata presa dal Consiglio nazionale per i media digitali. Hanno spiegato di averlo fatto nell'interesse della "sicurezza dello stato e dell'ordine pubblico”. Non solo il capo del Consiglio nazionale lettone per i media ha chiesto anche di bloccare il canale YouTube Dozhd nel Paese. Tutto questo in nome della “sicurezza dello stato e dell’ordine pubblico”. Nessuno dei Consiglieri ha spiegato però quali erano i problemi di ordine pubblico legati all’emittente.


Il canale televisivo Dozhd oramai In caduta libera il sette dicembre, dopo essere stato chiuso in Lettonia viene chiuso in Lituania, ha dichiarato la Commissione lituana per la radio e la televisione.


E l’8 dicembre la la Commissione europea, Ponzio Pilato, ha definito "nazionale" la chiusura di Dozhd in Lettonia e ha ricordato la possibilità di ricorrere in appello contro tale verdetto. L'Estonia, dopo la Lettonia e la Lituania, ha interrotto le trasmissioni di Dozhd dall'8 dicembre.


La televisione Dozhd che in Russia ricordiamo è dichiarata agente straniero e quindi per i redattori  ad attenderli ci sarebbe solo il carcere, non ha mancato di fare notizia a Mosca: il portavoce del Presidente Vladimir Putin, Dmitrij Peskov ha definito la situazione di Dozhd in Lettonia un esempio di illusione errata che da qualche parte la libertà di stampa sia migliore e più libera della Russia.


Nella terribile Russia, quella che è tornata ad essere nell’immaginario dei politici europei, soprattutto quelli dei paesi nordici, la regione dei mangia bambini, si apprende che vi sarà un ampliamento delle radiofrequenze per privati. La Commissione statale russa per le radiofrequenze (SCRF) prevede di assegnare un'ulteriore frequenza di 6 GHz per le reti wireless Wi-Fi. La misura contribuirà a combattere le interferenze radio create da alcuni gadget, a migliorare la stabilità del segnale e la velocità di connessione a Internet.


Non solo, il Ministero della Digitalizzazione in collaborazione con gli operatori del mercato, intende lanciare in Russia un sistema editoriale nazionale che sostituisca il software straniero attualmente utilizzato dalle principali testate federali. Il nuovo sistema editoriale sarà lanciato sulla base del complesso editoriale nazionale Axiocat. Per il suo miglioramento saranno stanziati circa 60-65 milioni di rubli.


I principali media ucraini hanno lanciato insulti e minacce contro il canale televisivo Dozhd, loro alleato dopo le dichiarazioni del redattore il 1 dicembre.


Agli ucraini proprio non è andato giù che il presentatore del canale televisivo liberale, toccando il tema dei mobilitati, accennasse con noncuranza al fatto che Dozhd ha aiutato i combattenti con attrezzature e equipaggiamenti. Va da sé che questo "aiuto" si è limitato a evidenziare il problema piuttosto che a fornire ciò che era necessario al fronte, il che è generalmente logico, dato il focus del canale. Questo è stato confermato anche dal direttore dei media.


Ma nonostante queste argomentazioni, i media ucraini hanno dichiarato che "l'opposizione russa è proprio come il resto dei russi”. Insomma se sono russi sono tutti cattivi. 


Il destino della stampa di opposizione russa non si sa che fine farà e se troverà spazio in qualche altro paese per ora la libertà di stampa ha chiuso gli occhi in favore di una istanza di massima: bisogna vincere la guerra contro la Russia con tutti i mezzi e quindi non si può fare giornalismo, bisogna fare propaganda. Per la libertà si attendono le regole europee.  

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