La Corea del Nord ha ufficialmente ammesso per la prima volta di aver schierato un gran numero di truppe in supporto alla Russia nella sua guerra contro l'Ucraina.
Il 27 aprile, attraverso KCNA e il Rodong Sinmun, Pyongyang ha diffuso una dichiarazione della Commissione Militare Centrale del Partito dei Lavoratori, in cui si afferma che "il presidente Kim Jong-un ha deciso personalmente lo schieramento" e che le forze per le operazioni speciali nordcoreane hanno fornito un "contributo significativo" alla "liberazione" della regione di Kursk.
Questa ammissione ha fatto seguito all'affermazione della Russia del 26 aprile, secondo cui le forze nordcoreane hanno svolto un ruolo fondamentale nella riconquista del territorio in Ucraina. La Corea del Nord, tuttavia, non ha rivelato l'entità del suo schieramento né eventuali piani futuri, riporta il sudcoreano JongAangIlbo.
Il fatto che Pyongyang, che in precedenza aveva negato qualsiasi coinvolgimento, abbia ora confermato ufficialmente il suo schieramento di truppe rappresenta di per sé una seria preoccupazione per la sicurezza della Corea del Sud.
In particolare, la Corea del Nord ha dichiarato che lo schieramento è stato effettuato nell'ambito del "Trattato di partenariato strategico globale" tra Pyongyang e Mosca. In base a questo trattato, firmato lo scorso giugno, Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin hanno concordato che "se una delle due parti subisce un attacco armato ed entra in stato di guerra, l'altra fornirà assistenza militare con ogni mezzo".
Corea del Nord e Russia sostengono ora che l'invio di truppe in Ucraina sia stato effettuato in base a questo accordo, sollevando l'inquietante possibilità che la Russia possa giustificare un intervento militare nella penisola coreana in caso di crisi. Storicamente, la Russia, allora Unione Sovietica, ha svolto un ruolo decisivo nel trasformare la Corea del Nord in uno stato socialista, avanzando nella penisola nell'agosto del 1945 con il pretesto di combattere le forze giapponesi.
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Tommaso Dal Passo